I Sindacati unitari dei pensionati sul piede di guerra, contro la delibera dell´aumento del ticket da 25 a 36 euro a prestazione...

I Sindacati unitari dei pensionati sul piede di guerra, contro la delibera dell´aumento del ticket da 25 a 36 euro a prestazione...

30/06/2020



 

Cgil, Cisl, Uil e Asgb. «Noi siamo molto preoccupati per l'aumento dei ticket»

I sindacati dei pensionati Cgil, Cisl, Uil e Asgb si dicono preoccupati per l'aumento dei ticket in sanità. Gastone Boz (Cgil), Anna Rita Montemaggiore (Cisl), Danilo Tomasini (Uil) e Stephan Vieider (Asgb) fanno sapere che «se la soluzione fosse quella di aumentare le tariffe per meglio remunerare medici e infermieri chiamati a prestazioni straordinarie, si potrebbe accettare ma così non è». Le parti sociali chiedono anche l'aumento del limite reddituale, inferiore a 36 mila euro, per l'esenzione totale per i minori di 14 anni, per gli adulti con più di 65 anni e per le famiglie con redditi bassi ad oggi esentate.

L'aumento del tetto reddituale per l'esenzione è una richiesta portata avanti da tempo dai sindacati, perché in questi anni i redditi si sono contratti rispetto al costo della vita e analogamente le rivalutazioni delle pensioni risultano per lo più inadeguate all'inflazione. Inoltre i pensionati non hanno le stesse esenzioni fiscali dei lavoratori dipendenti». La Uil: «Le code infinite c'erano anche prima dell'sos Covid».Toni Serafini, Christian Troger e Danilo Tomasini - della segreteria Uil - spiegano che la verità è una sola: «Nel resto d'Italia si sta andando verso l'abolizione dei ticket mentre la Provincia di Bolzano per abbattere i tempi di attesa li vuole aumentare. Così si scaricano sugli utenti i costi maggiori dovuti all'assegnazione a strutture private il compito di fare alcune visite che la struttura pubblica non è in grado di garantire in tempi brevi. I lunghi tempi di attesa c'erano anche prima della pandemia di Covid 19.

Da troppi anni la sanità pubblica locale si dibatte con questo problema e non ha mai trovato una soluzione soddisfacente. Con la pandemia la situazione è diventata più critica. É da anni - continuano - che ci sono buoni propositi e alcuni progetti di riorganizzazione ma la situazione non è migliorata.

Serve un nuovo progetto ed una programmazione capace di imprimere nella sanità locale una vera svolta di efficienza e di efficacia. Investiamo una quota procapite molto alta infatti la nostra spesa è tra le più alte d'Italia e malgrado ciò siamo indietro in tanti settori: informatizzazione delle cartelle cliniche, attivazione della tessera sanitaria, attuazione della assistenza continuata, infermiera di famiglia e non ultimo il potenziamento dell'assistenza territoriale come presidio socio - sanitario per dislocare l'assistenza vicino ai cittadini e sgravare gli ospedali.

Insomma alla nostra Provincia manca una programmazione a medio e lungo termine utilizzando le notevoli potenzialità delle nostre strutture. La sanità privata può certo svolgere una funzione complementare e di supporto temporaneo al servizio pubblico, ma certamente non può sostituire il servizio pubblico».