I sindacati chiedono la riapertura delle case di riposo

I sindacati chiedono la riapertura delle case di riposo

07/05/2020



L'appello. "Troppi anziani caduti in depressione dopo il blocco delle visite"

BOLZANO. Troppi morti nelle case di riposo e negli ospedali altoatesini a causa del Coronavirus. I rappresentanti dei pensionati di Cgil, Cisl, Uil e Asgb chiedono la convocazione di un tavolo per discutere dell'organizzazione sociosanitaria e dell'assistenza agli anziani a livello locale.«I sindacati - si legge in una nota - riconoscono però l'impegno degli operatori e dei dirigenti delle Rsa che, per un paio di settimane, hanno lavorato senza protezioni e disposizioni adeguate, a contagio già in atto, tranne poche eccezioni dove si è riusciti a mantenere quasi a zero i contagi».

Le richieste sindacali di adeguare le dotazioni organiche alle reali esigenze e di potenziare la formazione delle figure sanitarie nelle Rsa, sono state formulate da tempo, ma finora - dicono - sono rimaste inascoltate. I segretari dei pensionati Gastone Boz (Cgil), Anna Rita Montemaggiore (Cisl), Danilo Tomasini (Uil) e Stephan Vieider (Asgb) chiedono, tra le altre cose, di ripristinare nelle case di risposo le visite dei familiari, nel pieno rispetto della sicurezza reciproca. «La situazione - dicono - è delicata, capita infatti che vi siano anziani che, a causa della mancanza affettiva, siano caduti in depressione e per questo è importante intervenire».

I sindacati dei pensionati richiamano poi l'attenzione sui non autosufficienti, un'altra parte di popolazione fragile ed esposta a rischi gravi per la salute. Sono anziani a volte curati in famiglia, spesso con patologie croniche, degenerative e psichiche, ma che in gran parte vive da sola. Le sigle sindacali chiedono di monitorate e assistere anche questa categoria di persone. «Sanità, servizi sociali e Comuni dovrebbero sapere dove vivono e chi sono queste persone bisognose di cure e assistenza. Serve agire con urgenza e determinazione per non correre il rischio di trovarsi con i risultati disastrosi della prima fase», affermano Boz, Montemaggiore, Tomasini e Vieider.

Secondo i sindacalisti, gli anziani hanno già dato abbastanza: su 284 decessi il 95% erano over 65.

I sindacati ribadiscono come essere messi in sicurezza non significhi essere emarginati dalla vita sociale: «Come sempre, anche in questo periodo, le persone anziane stanno aiutando figli e nipoti in vario modo e in queste settimane di isolamento forzato è poi emerso con evidenza il vuoto creato nelle famiglie dalla mancata presenza dei nonni», concludono i sindacalisti.