Con la scomparsa di Klaus Reider, avvenuta ieri, la SGBCISL perde un amico, un militante di lunga data ed un dirigente di alto profilo.
Entrato nel sindacato giovanissimo, nei primi Anni 70, ha accompagnato il periodo straordinario della (ri)costruzione della SGBCISL, caratterizzato dalla scelta interetnica e dalla piena valorizzazione di tutte le sue componenti, fino a diventarne nel 1984 – dopo lunghi anni da segretario aggiunto – il primo Segretario Generale di lingua tedesca, nel segno dell’alternanza al vertice, dettata dal Congresso provinciale del 1981.
La sua azione, in quegli anni, fu guidata dalla consapevolezza che il sindacato non potesse sottrarsi al confronto con i problemi più generali della società sudtirolese: la convivenza tra i gruppi etnici, i modelli di sviluppo economico, il governo dell’autonomia provinciale. Da questa lettura attenta – fatta assieme alla dirigenza di quel tempo – della realtà locale, si originava un’azione sindacale orientata alla giustizia sociale e al miglioramento delle condizioni del lavoro e della classe lavoratrice. All’interno della SGBCISL fiorirono in quegli anni le iniziative per un bilinguismo vissuto, per l’approfondimento della storia locale, per il superamento delle barriere etnico-linguistiche.
Uomo di “cerniera”, capace di visione politica e di fine elaborazione concettuale, in definitiva un intellettuale prestato al sindacato, Reider continuò la sua collaborazione con la SGBCISL anche attraverso una costante attività quale formatore, scrittore e pubblicista, punto di riferimento dell’organizzazione e soprattutto della sua componente di lingua tedesca.
Dopo il pensionamento ha avuto un ruolo di primo piano all’interno della nostra federazione pensionati, di cui è stato per lungo tempo segretario provinciale. Anche in questo ambito Klaus Reider ha saputo coniugare capacità di visione (suo l’input sul tema dell’invecchiamento attivo) e attenzione ai processi organizzativi, con un occhio di riguardo a comunicazione e formazione.
Uomo fermo nei principi, lucido nell’interpretazione dei “segni dei tempi”, Reider era persona riservata, sempre al centro dei fatti ma lontano dai riflettori. La sua bonarietà e il suo stile pacato e discorsivo rimangono nel patrimonio umano della SGBCISL e ce lo faranno ricordare come grande dirigente e grande uomo.
Che lieve ti sia la terra, caro Klaus.