23/05/2022
Legge provinciale sull’edilizia sociale: il no dei sindacati e del Centro Casa Mieterschutz
Landesgesetz zum sozialen Wohnbau: Die Gewerkschaften und der Mieterschutz sagen Nein
I sindacati provinciali e il Centro Casa Mieterschutz sono delusi da quanto emerso dalla quarta commissione legislativa sulla riforma dell’edilizia sociale: non sono state recepite in nessun modo le proposte sindacali e del gruppo di lavoro Ipl.
“Siamo convinti che i contratti di affitto a termine nella formula 4+4 e non accompagnati da misure di promozione lavorativa e sociale degli assegnatari degli alloggi, snaturino lo scopo dell’Ipes. Applicare logiche di mercato agli alloggi sociali non risponde alle finalità per cui sono stati concepiti. Inoltre la legge non entra nel merito di cosa potrà accadere agli inquilini Ipes al termine del contratto, né si potrà affidare tale delicata decisione ai criteri stabiliti da un regolamento approvato unilateralmente dalla Giunta provinciale”, affermano i sindacati insieme al Centro Casa Mieterschutz.
Cgil/Agb, SgbCisl, Uil-Sgk e Centro Casa Mieterschutz non hanno ravvisato aperture neppure sulla successione del contratto di affitto al familiare convivente qualora ne ricorrano le condizioni.
Fanno inoltre presente che la modalità di accesso a un alloggio sociale ha già subito delle modifiche peggiorative: la nuova modalità sta infatti penalizzando chi ha un reddito da lavoro dipendente, sebbene basso, rispetto ai richiedenti che vivono di soli contributi pubblici. In più occasioni sia i sindacati che il Centro casa Mieterschutz hanno chiesto inascoltati all’assessora Waltraud Deeg di apportare dei correttivi alla valutazione della situazione economica di chi presenta domanda per un alloggio sociale, in particolare assegnando punteggi aggiuntivi a coloro che, pur con un reddito basso, si mantengono con il proprio lavoro.
L’ipotesi di reintrodurre la proporzionale rigida per l’assegnazione di abitazioni sociali viene respinta con forza e valutata come “obsoleta, e anacronistica.”
“Potrebbe essere positivo – aggiungono – che i sindacati partecipino al Cda di Ipes, ma non deve essere solo un’operazione di facciata per coprire come si è delineato l’intero impianto della legge sull’edilizia sociale, privo di ogni prospettiva programmatica e di reale volontà di riformare in meglio il settore. Rimane quindi la delusione per una legge nata male e dalla quale non ci aspettiamo i risultati auspicati.”
I sindacati insieme al Centro Casa Mieterschutz concludono ribadendo la necessità di una soluzione d’insieme delle problematiche abitative di questa provincia: “Abbiamo bisogno di norme che regolino non solo l’edilizia sociale, ma di una riforma che sul tema abitare ponga innanzitutto degli obiettivi programmatici pluriennali di soddisfazione del bisogno, da raccordare dentro la cornice della legge provinciale sull’urbanistica per poi concludersi con una riforma del ruolo e delle competenze dell’Ipes”.
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Die Südtiroler Gewerkschaften und der Verein Mieterschutz Centro Casa sind enttäuscht von den Ergebnissen der vierten Gesetzeskommission zur Reform des sozialen Wohnbaus: Die Vorschläge der Gewerkschaften und der AFI/IPL-Arbeitsgruppe wurden in keiner Weise aufgegriffen.
„Wir sind davon überzeugt, dass befristete Mietverträge in der 4+4-Formel, die nicht von Maßnahmen zur Förderung der Arbeit und des sozialen Aufstiegs der Wohnungssuchenden begleitet werden, den Zweck des WOBI/IPES verfälschen. Die Anwendung der Marktlogik auf den sozialen Wohnbau erfüllt nicht den Zweck, für den er konzipiert wurde. Außerdem geht das Gesetz nicht auf die Frage ein, was mit den Ipes-Mietern nach Ablauf des Vertrags geschieht, und diese heikle Entscheidung kann auch nicht den Kriterien einer einseitig von der Landesregierung erlassenen Verordnung überlassen werden", so die Gewerkschaften und Mieterschutz Centro Casa.
AGB/CGIL, SGBCISL, SGK-UIL und Mieterschutz Centro Casa sehen auch bei der Weitergabe des Mietvertrags an das zusammenlebende Familienmitglied, sofern die Bedingungen erfüllt sind, keinen Lösungsansatz.
Sie weisen auch darauf hin, dass sich die Modalitäten des Zugangs zu Sozialwohnungen bereits verschlechtert haben: Die neuen Modalitäten benachteiligen diejenigen, die über ein - wenn auch geringes - Arbeitseinkommen verfügen, im Vergleich zu Antragstellern, die nur von öffentlichen Beiträgen leben. Sowohl die Gewerkschaften als auch der Mieterschutz haben Landesrätin Waltraud Deeg mehrfach aufgefordert, die Beurteilung der wirtschaftlichen Situation der Antragsteller für Sozialwohnungen zu korrigieren, insbesondere durch die Vergabe von Zusatzpunkten an diejenigen, die trotz ihres geringen Einkommens ihren Lebensunterhalt durch ihre Arbeit bestreiten.
Die Hypothese der Wiedereinführung eines starren ethnischen Proporzes bei der Zuteilung von Sozialwohnungen wird entschieden abgelehnt und als „obsolet und anachronistisch“ bewertet.
„Es mag positiv sein, dass die Gewerkschaften im Verwaltungsrat des WOBI/IPES vertreten sind, aber es handelt sich dabei um eine Fassade, um die Art und Weise zu verschleiern, in der das gesamte Gesetz für den sozialen Wohnungsbau entworfen wurde, ohne jegliche programmatische Perspektive und ohne echten Willen, den Sektor zum Besseren zu reformieren. Wir sind also enttäuscht von einem Gesetz, das schlechtgemacht wurde und von dem wir nicht die gewünschten Ergebnisse erwarten können“, fügen sie hinzu.
Gemeinsam mit dem Mieterschutz Centro Casa bekräftigen die Gewerkschaften abschließend die Notwendigkeit einer Gesamtlösung für das Wohnungsproblem in Südtirol: „Wir brauchen Regeln, die nicht nur den sozialen Wohnbau regeln, sondern auch eine Reform, die im Bereich des Wohnungsbaus mehrjährige Programmziele zur Deckung des Bedarfs festlegt, die im Rahmen des Provinzgesetzes zur Urbanistik zu verknüpfen sind und die dann mit einer Reform der Rolle und der Zuständigkeiten des WOBI/IPES abzuschließen ist“.