La Giornata della memoria 27 gennaio 2021

La Giornata della memoria 27 gennaio 2021

27/01/2021



E' una ricorrenza più che ventennale, per commemorare le vittime dell'Olocausto, tradizionalmente fissata il 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata rossa liberarono i lager di Auschwitz, dove è stato annientato l'essere umano: morti 6 milioni di ebrei, 500mila tra Sinti e
Rom, 3 milioni di slavi. Inoltre sono stati sterminati i menomati, i poveri sbandati, gli omosessuali, gli oppositori, di qualsiasi fede politica e religiosa.
Cancellavano le persone, per non inquinare la loro “presunta” razza ariana, in quanto risultavano essere un crogiuolo di diversità e difformità, da cui scaturiscono la loro unicità e ricchezza oltre che sacralità divina. Questa ricorrenza è riconosciuta dalle Nazioni Unite e viene celebrata anche in Italia dal 2001, dopo l'approvazione del Parlamento.
La memoria serve per il presente e per il futuro.
Riflettiamo: se ci cancellassero la memoria e ci domandassero chi siamo, non saremmo in grado di rispondere. Chi è padrone della storia o della memoria è padrone del mondo, per evitare che queste mostruosità contro i
nostri simili si ripetano. Ma siamo destinati e corriamo il pericolo di veder reiterate queste mostruosità? E' dunque irreversibile il male che si annida nell'animo umano? E se è così, a che serve allora fare memoria, commemorare ogni anno l'Olocausto ogni anno?
Facciamo memoria affinchè l'essere umano esprima pulsioni vitali e non mortifere, specialmente tra i giovani! Dobbiamo sviluppare l'accoglienza, che significa riconoscere l'altro che non viene come piace a te, ma nella sua diversità. Questa accoglienza è il fondamento di un'etica di giustizia e di pace. Ognuno di noi si deve costruire, attraverso la famiglia e la scuola, in modo da sviluppare una naturale ripulsa verso la violenza. O ci assumiamo una responsabilità totale, senza cedimenti nei confronti del valore e del senso della vita umana, o rischiamo di vedere cose ben peggiori di quelle che ci sono già state nel secolo passato.
Bisogna evitare che si riduca ad una giornata celebrativa o retorica. E come fare quindi per renderla viva, questa giornata del 27 gennaio? Legarla agli orrori a cui assistiamo oggi: se accettiamo oggi che muoiano bambini di fame o per malattie curabili, se tolleriamo che persone che scappano da guerre e dalla fame muoiano come topi nel mare, allora è inutile andare a fare il pellegrinaggio ad Auschwitz.
Sarebbe il pellegrinaggio dell'ipocrisia, ma i giovani chiedono coerenza agli adulti.

Anna Rita Montemaggiore